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ARGOMENTO:

Artigiani, artisti e scienziati 28/09/2013 16:03 #100

Artigiani, artisti e scienziati


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Fig. 1. J. Miró, La prima scintilla del mattino II (1966)
Fondazione Miró, Barcellona - Immagine Fundació Miró
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Raccontiamo e riflettiamo su artigiani, artisti e scienziati in una prospettiva storica. La conclusione sarà l’auspicio che le Istituzioni pubbliche di oggi riprendano quello spirito lungimirante che nel Rinascimento sostenendo la Cultura e con essa la Scienza rinnovò la grandezza del nostro paese, ora in pericolo.


Affinità

Artisti e scienziati hanno affinità. Una è la creatività, che peraltro varie attività umane richiedono. Quale meraviglia di creatività sono i bambini che giocano!

Un’altra è il vedere il mondo con gli occhi della propria arte. Gli scienziati sono tesi a comprenderlo e a descriverlo con il linguaggio della Scienza. Gli artisti lo raffigurano o lo trasfigurano a loro modo, come Joan Miró nel dipinto della Fondazione Miró rappresentato in figura 1.

Quanto alle affinità tra artigiani e scienziati, ecco una risposta: realizzare praticamente un apparato sperimentale è artigianato creativo di alto livello tecnologico.

Artigiani e artisti

La netta distinzione tra mestiere di artista e di artigiano non è di sempre: la comune radice delle due parole non è casuale. Ancora nel Rinascimento gli artisti assolvevano un compito funzionale assimilabile a quello degli artigiani e legato a committenze anche importanti. Nella Firenze medioevale e rinascimentale erano vitali le “ Corporazioni delle arti e mestieri ”. Dice il Vasari di "Michelangelo Bonarroti fiorentino" (1475-1564) messo tredicenne dal padre Lodovico “a bottega” da Domenico Bigordi (noto come Ghirlandaio) nel 1488 :

Onde Lodovico, avendo amistà con Domenico Ghirlandai pittore, andatosene a la sua bottega, gli ragionò a lungo di Michele Agnolo. Perché Domenico, visto alcuni suoi fogli imbrattati, giudicò essere in lui ingegno da farsi in questa arte mirabile e valente. Onde Lodovico, raccomandatosi a Domenico de 'l carico che gli pareva avere di sí grave famiglia, senza trarne utile alcuno, si dispose lasciargli Michele Agnolo, e convennero insieme di giusto et onesto salario, che in quel tempo cosí si costumava. Prese Domenico il fanciullo per tre anni”.
(G. Vasari, Le vite de' piú eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, Firenze, 1550)

Non solo in Italia: per esempio lo spirito resta a Parigi nel Musée des Arts et Métiers e nel nome della famosa Ecole Nationale Supérieure d’Arts et Métiers (ENSAM).
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Fig. 2. Gian Lorenzo Bernini, Estasi mistica della Beata Ludovica Albertoni (1671-74),
San Francesco a Ripa, Trastevere, Roma - Immagine Globalist
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Libertà vigilata

I vincoli della committenza hanno sempre rappresentato un potenziale limite per la libertà di espressione degli artisti.

I grandi artisti hanno comunque saputo volare alto. Finanche una Santa, Beata o Martire può essere subdolamente rappresentata con sottile ma maliziosamente percepibile suggestione profana. La figura 2 ne è esempio sublime, da grande artista, offertoci da Gian Lorenzo Bernini a gloria della Beata Ludovica Albertoni .

Degli altri, c’è chi si è adattato e chi ha comunque trovato una via di fuga per una certa libertà di espressione, anche nella rappresentazione di soggetti religiosi.

La libertà del madonnaro

L’Arte come evento liberamente espressivo diventa più praticabile nell’ambito di un mercato. Aveva aspetti di mercato quello dei pittori vaganti di soggetti religiosi, detti “madonnari”, dei quali restano rari dipinti su tavola in casalinghe collezioni private piuttosto che in formali musei.
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Tra essi vi era Domenikos Theotokopoulos detto El Greco (1541-1614), del quale la figura 3 mostra un tenero dipinto su tavola del periodo giovanile. Esso raffigura S. Luca, il quale aveva avuto il privilegio di ritrarre la Vergine dal vero e quindi surclassato ogni altro candidato a protettore dei pittori tutti.

L’arte eccelsa di El Greco non rimase oscura: egli fu chiamato a operare a Toledo in ben altro ambiente, sempre restando visionario e mantenendo il suo fuoco interno. Le sue opere sì che sono in musei, e nei maggiori. Ma per vederle “in vivo” visitate la bellissima Toledo, se potete.

I madonnari di oggi sono i pittori di strada che raccolgono meritate monete sui loro dipinti religiosi a gessetto fatti sul selciato e che sempre più raramente vediamo. E’ mercato anche quello degli artisti di oggi quando non agiscono su specifica committenza ed esercitano così piena libertà espressiva, ovviamente nella speranza che la loro arte sia capita e retribuita.

E’ significativo che l’Arte come espressione figurativa per se stessa ritrovi l’originaria e tutt’altro che primitiva spontaneità dei dipinti degli uomini preistorici visibili in caverne a Lascaux (Francia), Altamira (Spagna), Cueva de las manos (Argentina) o altrove nel mondo. La natura umana non ha avuto bisogno di un mondo globalizzato per manifestare i propri tratti comuni.
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Fig. 3. El Greco, San Luca ritrae la Vergine (1567)
Museo Benaki, Atene
Immagine Italian Renaissance Learning Resources

Scienza nell’Arte e Arte nella Scienza

Il discorso può essere eterno, ma bastino due esempi. Per il primo mi riferisco all’articolo Simmetrie: dai solidi platonici ai cristalli minerali , nel quale si è parlato di Piero della Francesca .

Il secondo esempio non può che essere Leonardo da Vinci (1452-1519). I suoi quaderni scientifici, noti come Codici , dicono e illustrano quanto egli fu grandissimo artista-scienziato. Il bellissimo disegno in figura 4 mostra quella che è considerata la prima osservazione scientifica della turbolenza nel moto dei fluidi. Il testo associato indica che egli la interpretò modernamente come fenomeno caotico :

doue la turbolenza dellacqua rigenera, doue la turbolenza dellacqua simantiene plugho, doue la turbolenza dellacqua siposa”.
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Fig. 4. Leonardo Da Vinci, Studio del moto dei fluidi (circa 1500)
Particolare dal Codice Atlantico, foglio 74v
Biblioteca Ambrosiana, Milano
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Che dire degli scienziati di oggi?

Gli scienziati sono “artisti e artigiani della Scienza”: osservano i fenomeni, li rappresentano nella loro essenza con gli strumenti intellettuali della propria arte, costruiscono apparati sperimentali da perfetti artigiani tecnologici e assolvono un compito di utilità applicandoli in dispositivi al servizio dell’uomo.

Per imparare la Scienza, vanno anche loro “a bottega” come gli artisti del Medioevo e del Rinascimento: da altri esseri umani si può imparare. La bottega di oggi si chiama scuola, università, laboratorio.

E nella Scienza possono anche avere libertà da madonnari e artisti: del tutto naturalmente, non per subdola evasione come a volte in passato nel rappresentare Sante, Beate o Martiri.

Guardando al futuro

La libertà intellettuale degli scienziati porta nuove idee. Con la Scienza avanza la Tecnologia, più che mai necessaria all’industria. Affinché il nostro paese possa restare avanzato, indipendente e ricco, l’industria deve essere sostenuta da tecnologie di avanguardia.

La creatività nella moda e in altri campi a modesto contenuto tecnologico è importante ma non basta a un paese moderno. Teniamo anche conto che il “miracolo italiano” del dopoguerra fu favorito dal basso costo della mano d’opera, ora costosa. Non abbiamo altra scelta che contare su Scienza e Tecnologia.
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Fig. 5. Giorgio Vasari
Ritratto postumo di Lorenzo il Magnifico (circa 1534)
Galleria degli Uffizi, Firenze - Immagine Wikimedia Commons
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Numerosi paesi fino a pochi anni fa considerati del “Terzo Mondo” ci stanno o ci hanno superato.

La ricerca italiana versa in difficili condizioni, nonostante i suoi aspetti di eccellenza.

La specie “giovani ricercatori” tende all’estinzione. Contrariamente a quanto accade nei paesi ora emergenti, il concetto stesso di "giovane" si sposta avanti verso un’età che dovrebbe essere quella di persone con esperienze già vissute. La predisposizione a ruoli di responsabilità non dipende dall'età e le persone brillanti non impiegano decenni per acquisire la preparazione necessaria per assumerli. Vi deve essere un’inversione di tendenza nei tempi più rapidi.


Un auspicio

Il Rinascimento fu tempo in cui le Istituzioni pubbliche erano attente a promuovere la Cultura. Ritorni in Italia lo spirito di Lorenzo de’ Medici il Magnifico (1449-1492), che vedete ritratto in figura 5. Se ne rinnovi lo spirito. Le idee degli scienziati trovino supporto pubblico e privato per essere realizzate. Si dia il futuro che meritano ai giovani e valenti ricercatori, garantendo così anche la continuità della comunità scientifica e il progresso del paese.


Paolo Strolin

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Professore Emerito di Fisica Sperimentale
Università di Napoli "Federico II"
Complesso Univ. Monte S. Angelo
Via Cintia - 80126 Napoli - Italy

Si prega Accedi a partecipare alla conversazione.

Ultima Modifica: da P. Strolin.
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