Henri Cartier-Bresson. Immagini e Parole
Caserta Palazzo Reale - Appartamenti Storici
Dal 1/11/2012 al 14/1/2013
Tutti i giorni tranne il martedì dalle 8,30 alle 19
a cura di Vega de Martini
Dopo il grande successo di critica ottenuto a Roma, è approdata al Palazzo Reale di Caserta, la mostra "Henri Cartier-Bresson. Immagini e Parole", organizzata dalla Soprintendenza BAPSAE di Caserta e Benevento in collaborazione con Civita, Magnum Photos e con la Fondazione Cartier-Bresson. L’esposizione, che è corredata da un catalogo a cura di Contrasto, offre una panoramica sintetica ma esaustiva dell’opera di Cartier - Bresson (1908- 2004), maestro della fotografia in bianco e nero, pioniere indiscuso del foto-giornalismo, artista dalla personalità complessa e dai multiformi interessi che vanno dalla pittura (inizia la sua attività artistica nell’ambiente dei surrealisti francesi) al cinema (collabora prima col regista Jean Renoir per poi realizzare nel 1937 una sua pellicola:Return to life). Sono esposte nella sala delle Guardie del corpo del Palazzo Reale di Caserta, e nelle retrostanze della stessa sala, quarantaquattro fotografie, tra le più suggestive del maestro, accompagnate dal commento – tra gli altri – di Balthus, Gae Aulenti, Alessandro Baricco, Emil Cioran, Ernst Gombrich, Milan Kundera, Henry Miller, Ferdinando Scianna, Leonardo Sciascia, Pierre Alechinsky, William Steinberg e Agnès Varda. In mostra una selezione aggiornata con nuovi contributi rispetto al progetto nato qualche anno fa, quando un gruppo di amici ha pensato di festeggiare il compleanno di Henri Cartier-Bresson chiedendo a intellettuali, scrittori, critici, fotografi, di scegliere e commentare ognuno la sua immagine preferita tra le tante, immortali, da lui scattate. Ne è nata una selezione di capolavori unici – forse le più incisive e celebri fotografie del grande autore francese – ognuna “chiosata”, come già detto, dalle parole autorevoli e affettuose di intellettuali e amici del maestro. Uno sguardo sul mondo, il suo, sempre puntuale e profondo, attento e originale, testimone dei suoi numerosi viaggi, in Cina, in Messico, in Canada, negli Stati Uniti, a Cuba, in India, in Giappone, nell’ Unione Sovietica, ed anche in Italia (nel periodo compreso tra il 1951 e il 1973). Protagonisti delle sue foto diventano così gli avvenimenti, quelli “grandi” (Bresson documenta nel 1945 la liberazione di Parigi dai nazisti, e non a caso dal momento che aveva militato nella resistenza francese), e quelli “piccoli”, apparentemente insignificanti ma pieni di vita, “attimi decisivi” che lui – e solo lui – riusciva a cogliere con la sua macchina fotografica quando, come soleva affermare, si riesce a 'mettere sulla stessa linea di mira il cuore, la mente e l’occhio'.