Uno straordinario restauro

La Janua Major del Duomo di Benevento

di Vega de Martini

Il 18 dicembre scorso è stato posto in essere nel portale centrale della facciata del Duomo di Benevento il calco completo in bronzo dell’originaria porta maggiore (Janua Major) della cattedrale distrutta quasi totalmente durante la seconda guerra mondiale. L’antica porta in bronzo – “il maggior poema dell’età romanica nel Mezzogiorno d’Italia”, come la definì il Venturi – rimasta, dopo i bombardamenti e fino al 1980 disarticolata in ogni sua parte, è stata restaurata e nel 1999 posta in opera in Duomo ma, come diremo in seguito, in una postazione arretrata rispetto a quella originaria.

facciata
A. Vianelli (1803-1894), Faccaiata della Cattedrale di Benevento, Museo del Sannio
interno
A. Vianelli (1803-1894), Interno della Cattedrale di Benevento, Museo del Sannio

E’ stato questo un restauro difficilissimo, forse uno dei più complessi e riusciti degli ultimi cento anni, ma assai poco pubblicizzato: l’intervento, finanziato dall’Amministrazione comunale di Benevento, è stato eseguito da Sergio Angelucci, uno dei restauratori più esperti nel campo dei manufatti in metallo, con la direzione di Claudio Marinelli, funzionario storico dell’arte della Soprintendenza BAPSAE di Caserta e Benevento, entrambi oggi scomparsi.

La Janua Major è collocabile tra la fine del XII e gli inizi del XIII secolo. Furono committenti dell’opera prima Errico, arcivescovo della città dal 1156 al 1170, poi Ruggiero, presule beneventano dal 1179 al 1221. E’ composta da 72 formelle bronzee disposte su 9 file orizzontali di 8 ciascuna. Le 43 formelle nel registro superiore, a rilievo ed in forte aggetto, raccontano episodi della vita di Cristo esplicitando così il mistero dell’ Incarnazione; le 25 formelle nel registro inferiore, più antiche rispetto a quelle del registro superiore, raffigurano l’arcivescovo metropolita e i 24 vescovi suffraganei, un chiaro messaggio del potere, in campo temporale oltre che spirituale, della chiesa beneventana, enclave nell’ambito dei domini della dinastia normanna.

annuncio
Annuncio ai pastori, formella in bronzo della Janua Mayor del Duomo, inizio XIII sec.
adorazione
Adorazione dei Magi, formella in bronzo della Janua Mayor del Duomo, inizio XIII sec

Quella di Benevento è l’ultima in ordine cronologico, ma forse la più bella, delle porte bronzee che connotarono l’età romanica del Mezzogiorno d’Italia a partire da quelle costantinopolitane di Amalfi (ante 1065), Montecassino (1066), San Paolo fuori le mura a Roma(1070), Montesantangelo (1076), Salerno (1085), Atrani (1087), fino a quelle - già lontane da una cultura bizantina di stretta osservanza e talvolta già allineate alla nuova koinè romanica - di Canosa (1111), Troia (1119 e 1127), Capua (1150), Ravello (1179), Trani (1179-80), Monreale (1185-1186).

Rimasta coinvolta nel 1943 dall’incendio del Duomo pesantemente colpito dalle bombe, la porta beneventana si presentava, come già detto, disarticolata in ogni suo elemento. Alla cognizione della possibilità che le formelle e gli elementi tecnici, come cornici, fascioni, teste di chiodi - il tutto conservato in bacheche e cassetti della Biblioteca Capitolare - si era arrivati subito dopo il terremoto del 1980 quando le tante formelle superstiti furono montate nella cripta del Duomo su un pannello di legno che ripeteva all’incirca le dimensioni della porta, sulla base della ricca documentazione esistente dello stato di fatto prima che il manufatto fosse coinvolto dai bombardamenti: naturalmente foto ed antiche incisioni che si riferiscono e all’assetto che la porta aveva dopo l’intervento cui fu sottoposta nel 1693 dopo il disastroso terremoto che colpì Benevento nel 1688.

Dopo il restauro degli elementi in bronzo della porta ed il loro definitivo assemblaggio - limitatissime davvero si sono rivelate le mancanze - , la porta, già alla fine degli anni Novanta, è stata ricollocata in Duomo ma non nella cornice del suo antico portale. Per ragioni di conservazione e di sicurezza infatti si è scelto di arretrala rispetto alla collocazione originaria inserendola, sempre in posizione centrale, nel vano di accesso dal portico alla navata.

Oggi nell’ambito del portale centrale è stata posto il calco in bronzo della porta restaurata ma con piccole modifiche ed addizioni sulla base della documentazione esistente della porta prima dei bombardamenti. Il confronto tra l’originale recuperato quasi per intero ed il suo calco è un’esperienza di grande interesse e sicuramente di straordinaria valenza emozionale.